Giovedì 16 Maggio 2024
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Lombardia, Chaves entra nel mito. Ma che beffa per Rosa!

Al termine di una corsa durissima, imfiammata già a 60 km dal traguardo dai primi attacchi dei protagonisti più attesi, lo scalatore della Orica BikeExchange, si è imposto nello sprint a tre che ha deciso la corsa. Beffato Rosa, superato a 15 metri dall’arrivo. Terzo Uran.

Il sorriso di Johan Esteban Chaves, vincitore del Lombardia 2016

Il sorriso di Johan Esteban Chaves, vincitore del Lombardia 2016

Bergamo, 1 ottobre 2016 – Dopo 240 km di corsa, conditi da quasi 4500 metri di dislivello, a decidere la 110ª edizione del Lombardia sono stati gli ultimi quindici metri. Quindici metri che hanno sorriso al più ilare dei ciclisti, il colombiano Johan Esteban Chaves Rubio, primo corridore del Paese sudamericano a vincere la classica delle foglie morte e, più in generale, una classica monumento. Quindici metri che rimarranno per tutto l’inverno (e forse anche più) nella testa di Diego Rosa. L’ex biker piemontese ha corso un Lombardia eccezionale, prima in appoggio di quello che doveva essere il suo capitano, Fabio Aru, poi da protagonista: resosi conto delle difficoltà del sardo (che neanche oggi è riuscito a raddrizzare una stagione storta), Rosa si è riportato tutto solo sulle ruote di Chaves, Uran e Bardet, protagonisti dell’attacco decisivo sul Selvino, l’ultima delle ascese in successione che hanno infiammato la corsa. Perso qualche metro da Chaves e Uran nello strappo verso Bergamo Alta (dopo essere stato il primo ad attaccare), il corridore dell’Astana è riuscito a rientrare nella breve discesa, per poi affrontare in testa l’ultima curva, a 300 metri dal traguardo. Dalla ruota del piemontese ha provato a uscire Uran, sulla carta il più veloce del terzetto di testa. Le gambe del colombiano della Cannondale, però, hanno presentato il conto dopo una corsa durissima, che lo stesso Uran si è complicato in almeno un paio di situazioni, perdendo in maniera improvvida le ruote dei miglori.

Proprio quando la lucida strategia messa in pratica dal 27enne nativo di Alba pareva pagare i suoi frutti, è spuntato dal nulla il sorriso di Chaves. Affiancato Rosa, il piccolo fenomeno dell’Orica-BikeExchange lo ha superato di slancio pochi metri prima della linea d’arrivo. Un’azione da velocista scafato, che ha permesso al 26enne di Bogotà di sugellare una stagione che lo vede entrare di diritto nell’elite del ciclismo mondiale: secondo a un soffio dal successo (e con una vittoria di tappa nella frazione regina) al Giro d’Italia, terzo alla Vuelta alle spalle dei due alieni Quintana e Froome e primo appena una settimana fa al Giro dell’Emilia. Ha vinto da favorito Chavito, e chissà quante altre corse splenderebbero nel palmares di questo corridore eccezionale, nonché ragazzo fantastico, senza il terribile incidente di cui fu sfortunato protagonista ormai tre anni e mezzo fa: era il 16 febbraio del 2013 quando, nel corso del Giro di Laigueglia, il colombiano allora in forza al Team Colombia cadde, procurandosi ferite tanto gravi da mettere in serio pericolo non solo la sua carriera di corridore, ma addirittura la propria vita. Da quell’incidente Chaves ha avuto la forza di rialzarsi, più forte di prima, ed è proprio quell’incidente che ha insegnato al piccolo, grande colombiano a sorridere alla vita, anche in quelle occasioni in cui altri si lascerebbero andare a rabbia, delusione e tristezza.

Come ha fatto subito dopo l’arrivo Diego Rosa, piegato in lacrime sulla bici, prima di ricomporsi e di accettare con il sorriso sulle labbra una delusione così cocente. Chissà che non sia stato proprio Chaves fonte di ispirazione per un Rosa all’ultima apparizione in maglia Astana. Dall’anno prossimo, infatti, l’ex biker di Alba correrà con la maglia del Team Sky, pronto a mettersi al servizio dei propri capitani nelle corse a tappe e a cogliere al volo le occasioni che si presenteranno nelle corse di un giorno. Corse in cui il nostro movimento sembra essersi definitivamente svegliato da un torpore che durava da diversi anni: dopo la vittoria di Gasparotto all’Amstel Gold Race e le belle prestazioni dei nostri giovani (Moscon e Bettiol su tutti), il Lombardia ha visto diversi azzurri piazzarsi tra i dieci. Non solo Rosa, secondo, ma anche Davide Villella, arrivato quinto a Bergamo a un minuto abbondante dal vincitore, e Alessandro De Marchi, ottimo nono dopo aver a lungo rincorso la testa della corsa; senza dimenticare Damiano Caruso, protagonista della fuga di giornata che ha animato la prima parte di corsa, e Gianluca Brambilla, nel vivo della corsa fino alle ultime fasi, prima di doversi arrendere alle fatiche di una stagione vissuta sempre da protagonista. Insomma, le buone notizie per il c.t. Davide Cassani sembrano non finire mai; la speranza è che possano arrivare delle altre tra due settimane dal Qatar.